È il secondo film che debutterà quest'anno al cinema grazie alla produzione di La Sarraz Pictures S.R.L. affiancato dai Produttori associati Alessandro Borrelli-Antonietta Bruni e con il supporto di Film Commission Torino Piemonte, Valle d'Aosta Film Commission, Film Commission Regione Campania e la collaborazione di Pour Parler.
Nello scenario di una Napoli dove La Madonna dell’Arco - riconoscibile per un livido blu sulla guancia sinistra - dispensa miracoli dalle pendici del Vesuvio e simboleggia con quel terribile ematoma l’irriducibilità delle sofferenze che affliggono il paese, tre personaggi femminili intrecciano le loro storie e pur non incontrandosi mai si uniscono nella speranza di veder realizzato, anche per esse, un “miracolo”, qualunque esso sia. Lo spettatore ha modo di vederle muoversi e compiere le proprie azioni fra le strade, i quartieri, altri luoghi sconosciuti.
Conosceremo così un’antropologa costretta su una sedia a rotelle che predica fermamente l’ateismo pur pregando in una benedizione dal cielo, una transessuale profondamente devota alla Vergine a capo di un gruppo di fedeli presso uno dei quartieri della città ed una pianista coreana insegnate di musica ai bambini in difficoltà, sperduta in una realtà profondamente diversa dal proprio luogo d’origine. Entrambe accomunate dal bisogno irrefrenabile di realizzare se stesse, afflitte e in lotta con le ferite dell’animo, ciascuna in ricerca del proprio intimo e specialissimo cambio di rotta.
Il progetto nasce da una raccolta di momenti ed episodi sparsi nati dall’improvvisazione della vita vera entro cui i personaggi sono stati capaci di trovare liberamente la giusta direzione espressiva. La regista Alessandra Celesia è stata capace in questo contesto di unire la freddezza del cinema danese ai tratti più riconoscibili della commedia di De Filippo.
Si può dire che la protagonista assoluta del film sia proprio la Vergine del Vesuvio, emblema di un insanabile dolore, vero filo conduttore del film che rappresenta insieme "simbolo ed esperienza magmatica”. In questo modo gli altri attori svolgono una funzione, per così dire, metaforica, quasi si trattasse di comparse in cerca del ruolo da protagonisti ma in grado di definire mirabilmente - come tasselli di un puzzle - le reali condizioni di un intero paese in tutti i suoi tratti più significativi.