Alla ricerca di lavoro, si stabilì in Svizzera, poi a Chamonix e infine a Courmayeur nel 1909, insieme alla moglie e ai figli. Allo scoppio della Grande Guerra Emile fu espulso con la famiglia dall’Italia per le sue idee pacifiste e vi poté far ritorno solo a conflitto finito. Al rientro riprese il suo lavoro di falegname e rilevò, insieme a Louis Bareux di Courmayeur, la concessione per lo sfruttamento della miniera di galena argentifera di Tête Carrée, posta a 3400 metri di quota nell’alto bacino del ghiacciaio del Miage.
La miniera fu oggetto di uno sfortunato tentativo di sfruttamento nel 1925 da parte del figlio Jean Hurzeler che, insieme a Bareux, costruì nei pressi dell’imbocco dell’antica miniera una capanna in legno. Lo sfruttamento del giacimento si rivelò ben presto impresa pericolosa ed infruttuosa, e fu infine abbandonato.