Un’enorme barriera di 1.200 chilometri emerge nel cuore dell’Europa, uno dei continenti con la più alta densità di popolazione: è la catena delle Alpi. Da oltre 5.000 anni l’uomo ne ha modificato le aree più accessibili, adattandole alle proprie esigenze, ha tracciato sentieri e reti di collegamento, ha costruito città e ha sottoposto il territorio a un incessante sfruttamento.
Ma le Alpi conservano ancora un’anima selvaggia. Il parco del Gran Paradiso e le montagne della Valle d’Aosta ne sono un’autentica espressione. Soprattutto nei territori di alta quota, ancora isolati e quasi intatti, sopravvive un mondo di organismi adattati a condizioni fra le più severe del pianeta.
È un mondo parallelo al nostro, in cui le specie sopravvissute alle vicende climatiche del passato, allo sfruttamento del territorio e al turismo di massa, si muovono intorno a noi, ci osservano, spesso non lontano dalle nostre tracce. Sono animali e piante che devono il loro successo alla capacità di vivere in condizioni difficili. Quelle condizioni che per tutte le altre specie sono proibitive, ma che invece rappresentano, per loro, il migliore dei mondi possibili.