Tra i tanti film selezionati per il prossimo Trento Film Festival, in programma dal 26 aprile al 5 maggio, ci sono anche due opere girate interamente in Valle d’Aosta. Si tratta del documentario “Segnali di vita” di Leandro Picarella, ambientato nel vallone di Saint-Barthélemy, e di “Api” del regista napoletano Luca Ciriello, entrambi sostenuti da Film Commission Vallée d’Aoste.
“Avere due film interamente girati in Valle d’Aosta e sostenuti dalla nostra Film Commission selezionati in concorso al Festival di Trento è un risultato che ci riempie di gioia e soddisfazione”, spiega Alessandra Miletto, Direttrice della Film Commission Vallée d’Aoste. “Sono autori e produttori giovani e appassionati che hanno scoperto la nostra regione e che hanno deciso di ambientare qui le loro storie, collaborando con professionisti valdostani: questo è uno degli obiettivi che perseguiamo e che in questo caso è stato pienamente raggiunto. Ma non è tutto, perché non ci saranno solo questi due importanti film in cui abbiamo creduto molto, ma anche il documentario su Toni Gobbi “La Traccia di Toni” nella sezione Alp&Ism e la proiezione speciale di “Tutta Colpa del Paradiso“, in un omaggio all’indimenticato Francesco Nuti. Una conferma di quanto l’audiovisivo sia fondamentale veicolo di promozione per il nostro territorio”.
I film
“Segnali di vita” di Leandro Picarella (Italia, Svizzera, 2023, 106’)
Dopo la prensentazione in anteprima alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma e il successo nelle sale valdostane, “Segnali di vita” sbarca in una dei festival più importanti dedicati ai film di montagna. Girato interamente nel vallone di Saint-Barthélemy, “Segnali di vita” è prodotto da Qoomon con Rai Cinema in coproduzione con Soap Factory e DBW Communication, con la produzione esecutiva di L’Eubage e il sostegno di Film Commission Vallée d’Aoste, e sarà proiettato sabato 27 aprile alle 19.15 e martedì 30 aprile, alle 14.45, con la presenza del regista e alcuni protagonisti del film.
Mescolando realtà e finzione, il film segue la traiettoria di Paolo Calcidese, astrofisico che decide di trasferirsi a Lignan, villaggio poco popolato nel vallone di Saint-Barthélemy, per lavorare all’Osservatorio Astronomico della Valle d’Aosta, e il suo incontro con la comunità che abita questi luoghi. Se in un primo momento l’astrofisico spera di trovare in questi luoghi selvaggi e remoti l’ambiente ideale per concentrarsi sulle sue ricerche e sperimentare nuove tecnologie senza distrazioni, un problema tecnico al telescopio principale lo costringe ad interrompere lo studio degli astri e a rivolgere la sua attenzione verso forme di vita che aveva volutamente trascurato: gli esseri umani.
“Api”
è il secondo capitolo della “Trilogia dell’adolescenza” del regista napoletano Luca Ciriello, una serie composta da tre documentari che vedono al centro gli adolescenti di tre diverse realtà italiane (Chioggia, Aosta, Napoli) e che hanno in comune la passione per un mezzo di locomozione (barchino, apecar, motorino), visto non solo come luogo di trasporto, ma anche come elemento di unione e di forza della propria cerchia di amici, come sfida e forma di relazionarsi agli altri. Questa trilogia nasce dalla voglia di raccontare il mondo degli adolescenti da un punto di vista osservativo e costruttivo, con l’intenzione di riflettere sulla vitalità, l’energia e le potenzialità che hanno i giovani, cercando di non esprimere giudizi e critiche, rispettando il punto di vista dei ragazzi e partecipando, attraverso il mezzo cinematografico, ad un momento così importante della loro vita.
a storia che “Api” porta in scena è quella di un’estate in apecar di un gruppo di adolescenti valdostani: pomeriggi e serate trascorsi tra musica trap e driftate, timore della polizia e feste con gli amici. Il film, prodotto da Lunia Film e L’Eubage con il sostegno di Film Commission Vallée d’Aoste, sarà proiettato domenica 28 aprile alle 15.15, con la presenza del regista, e martedì 30 aprile 2024, alle 16.45.