Quattro anni dopo, quindi, la Valle d’Aosta ha la sua anteprima di «Gorchlach: the legend of Cordelia», il primo episodio della serie ideata e realizzata da Fabio Cento guardando alle leggende di ciò che popolava le terre del Monte Bianco prima dell’arrivo dei romani.
L’appuntamento è per questa sera a La Thuile: alle 21 il salone Arly ospita la seconda proiezione ufficiale della serie, dopo l’esordio assoluto al Cartoomics a Milano lo scorso mese di marzo. Ospiti della serata, assieme al regista, sono Charles Pellissier (autore della storia) e gli attori Sergio Muniz, Roberto Accornero, Andrea Damarco e Francesca Melis: a lei spetta il compito di guidare una serata che si propone di entrare in un carosello di tremila anni di storia, con una narrazione che crea collegamenti tra il mondo contemporaneo e quello popolato dai Salassi. Con una dose abbondante di fantastico.
La scelta di La Thuile per la presentazione affonda le radici nella collaborazione tra il comune e la produzione, che ha svolto parte delle riprese al Piccolo San Bernardo. Quello che potrebbe sembrare un punto di arrivo, però, è un punto di partenza: l’obiettivo di Fabio Cento e della sua squadra è di fare di questo primo episodio un «biglietto da visita» verso produttori interessati a finanziare le altre cinque tappe della storia o, addirittura, partecipare a un progetto più ambizioso.
«Ora siamo in una fase anche più difficile – spiega il regista –, cioè quella in cui siamo alla ricerca di un produttore per portare avanti il progetto. Le strade sono due: la prima è quella di cercare un finanziamento per concludere la serie con la qualità che abbiamo utilizzato fin qui, che è quella di una produzione indipendente: mancano cinque episodi, che abbassando tutti i costi al minimo ci porta grossomodo di una cifra intorno ai 100 mila euro. La seconda possibilità, che è quella che preferirei, è quella di ricominciare tutto da capo con un budget più alto: partire dallo stesso concept per creare però un prodotto di qualità maggiore, capace di andare meglio ed essere adatto per la televisione». Lo sguardo, però, sembra essere inevitabilmente oltreconfine. «In Italia – continua Cento – il fantasy storico è davvero di nicchia. C’è uno spazio per le produzioni semplicemente storiche, ma il risvolto fantastico non sembra funzionare. I nostri riferimenti adesso sono in Russia e in Germania, dove abbiamo trovato prime risposte anzitutto per la prima opzione, quella di continuare con un budget basso. Ma vorremmo la possibilità di ripartire da capo per fare qualcosa di più bello, con risorse adeguate a un progetto come questo».