Un anno di osservazione della funivia posta sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, prima della chiusura del 2020.
Un luogo nel quale la macchina, gli operai e gli utenti sono gli attori principali di uno spettacolo progettato per superare i limiti della modernità.
Mentre ritrae la routine quotidiana e il comportamento dei visitatori, il film esplora il rapporto tra tecnologia, turismo e alpinismo, città e modernità, osservazione e immagine, rappresentazione ed esperienza.
Stare in quota in quell'ambiente è un’esperienza reale, ma è anche un’esperienza immaginaria.
Il mutare del paesaggio è continuo e ogni immagine che si crea è estrema e spettacolare.
Questa spettacolarità muove tutti gli avventori a scattare foto, a farsi sefie, in cui le montagne sono lo sfondo.
La presenza continua degli strumenti video e fotografici ha aperto una serie di interrogativi.
Si può riprodurre la spettacolarità, soprattutto ora che le tecnologie consentono a tutti di produrre immagini in alta qualità?
La riproduzione continua, annulla o moltiplica lo stupore?
Che valore hanno le immagini rispetto all’esperienza della salita?